Il nuovo Ministro Palma : dalla giustizia alla Giustizia?

Pubblicato il da Caelsius

Salve a tutti. Purtroppo io non ho un’età che mi consenta di conoscere a fondo il neo Ministro della Giustizia. Certo che a leggere il suo curriculum di magistrato sono rimasta impressionata. Molto favorevolmente impressionata. Persona di grande equilibrio, grande cultura, scrittore, a suo tempo impegnato in processi epocali come magistrato e sostituto procuratore, grande esperienza anche internazionale, offre ogni garanzia per essere la personalità più indicata ad affrontare gli scottanti problemi della Giustizia del nostro Paese. Benvenuto quindi all’On. Nitto Palma al dicastero forse più disastrato del panorama italiano, afflitto da ogni sorta di male più o meno oscuro: scontro politica-magistratura, magistrati che non fanno i magistrati secondo coscienza, bensì secondo altri interessi non precisamente coincidenti con quelli della Giustizia, lungaggini burocratiche e processi che non finiscono mai, pratiche in arretrato di decenni, errori procedurali ed omissioni “involontarie” che favoriscono la rimessa in libertà di mafiosi, camorristi e pluriomicidi, sentenze e decisioni incomprensibili per il “Popolo Italiano” in nome del quale dovrebbero essere prese. Sentenze assurde, incredibili e ripugnanti come, ad esempio a suo tempo quella per il rom che ammazza 4 ragazzini 14enni e viene condannato a 10 anni di permanenza, non in galera, ma in un residence sul mare sulla Riviera delle Palme a S. Benedetto del Tronto, da dove infatti, tra una nuotata ed una passeggiata, se ne usciva tranquillamente a scippare, a rapinare banche e ad assaltare uffici postali della zona…O il provvedimento a favore dello stalker che dopo aver minacciato, perseguitato e fatto segno per due anni l’ex fidanzata di ripetute aggressioni e di un tentativo di omicidio, alla fine è stato liberato dagli obblighi domiciliari per “consentirgli” di andarla ad ammazzare a coltellate a Terracina. O la scarcerazione di Angelo Izzo, uno dei tre massacratori del Circeo, talmente meritevole della libertà vigilata decisa da un giudice, che il giorno dopo essere stato scarcerato ha stuprato e barbaramente massacrato la moglie e la figlia quattordicenne del suo compagno di cella. Il magistrato che ha preso questa decisione, come se la sente adesso la coscienza? Non gli era bastato che quel mostro avesse ucciso, dopo averle seviziate per 40 ore,  Donatella Colasanti e ridotto in fin di vita Rosaria Lopez? Ci dovevamo aggiungere una bambina di 14 anni e la mamma alla lista? E se una delle vittime del Circeo fosse stata sua figlia, sua sorella, una congiunta come l’avrebbe presa a vedere un collega mettere fuori il suo assassino? Dico questo per chiedere al nuovo Ministro se non ritenga sia giunta l’ora che si dia pratica attuazione al risultato del referendum del 1987, quello che stabiliva la responsabilità civile dei giudici in caso di loro manifesta incapacità, negligenza o dolo. Come si può sopportare che un magistrato inquisisca quasi 4000 persone, scateni un putiferio, iscriva a ruolo un mare di procedimenti con montagne di carte ed i relativi costi, coinvolga legioni di avvocati, tutta la stampa nazionale ed estera, riesuma metodi carcerari che ritenevamo superati con la fine del nazifascismo “arricchiti” da tre “suicidi”, convochi una marea di udienze per, alla fine, fare la “contravvenzione” a 156 imputati su 4000, dopo aver messo a ridicolo il Paese divenuto lo zimbello di mezzo mondo, sabotato un sistema politico, umiliato le Istituzioni Repubblicane, non aver risolto niente come tanti fatti, l’ultimo a Sesto San Pietroburgo, dimostrano. E quell’ex magistrato non è stato chiamato a rispondere dei suoi misfatti, ma è stato premiato con una poltrona alla Camera dei Deputati, dopo essere addirittura stato Ministro dei Malori Pubblici. Io non voglio insegnare il mestiere a nessuno, anche perché non lo saprei fare,  ma mi permetto di rivolgere al nuovo responsabile del dicastero di Via Arenula, che sta a Roma, non a Monza, una innocente domanda: sa On. Ministro dal 1987 ad oggi quanti casi ci sono stati di magistrati chiamati a rispondere del loro operato? Quanti episodi in 24 anni? Si fa presto a contarli: zero, neanche uno!!!! Si vuol forse far credere che la casta dei magistrati è talmente perfetta che in milioni di procedimenti in 24 anni non ci sia stato neanche uno, e dico uno!!!!!, che abbia commesso un errore, una negligenza, anche solo una svista? Suvvia…L’intento del nuovo Ministro di stemperare gli animi, ricondurre lo scontro a dialogo è ovviamente lodevole e condivisibile. Ed in merito mi auguro un suo grande successo in questa impresa, che non se ne può più di questa situazione di eterna conflittualità. Posso però metter sull’avviso il sig.r Ministro che per dialogare, purtroppo, bisogna essere in due? Vede, Di Pietro rivolge a tu per tu espressioni irriguardose al Premier, La Vendo lo vede e s’infuria senza neanche sapere cosa si stavano dicendo. Poi Renzi scambia due battute col Premier e s’infuria Di Pietro.  E non è che avessero parlato di questioni politiche…Mo se ne esce La Vendo che è grato a Berlusconi perché quando morì suo padre, l’attuale Premier gli fu “molto vicino”, gli parlò a lungo rincuorandolo ed incoraggiandolo. Mentre aspetto la reazione di Di Pietro, Renzi e soci, mi chiedo: ma non era bieco, faccendiere ed opportunista senz’anema e ‘core o Premier? O forse che gli opportunisti son loro? Mah. Adesso per l’affare Tedesco/Penati il sig.r Bersani s’inalbera, adesso secondo lui è entrata in funzione la “macchina del fango”. Quale macchina? Si riferisce forse il sig.r Bersani  a quell’ordigno meraviglioso messo su da Paperino, pardon Occhetto, “La Gioiosa Macchina da Guerra” disinnescata con irrisoria facilità da Berlusconi nel 1994 e, da allora,  riconvertita a macchina del fango contro la Destra, il Centro Destra, il Premier e le formazioni politiche che lo hanno espresso col consenso del popolo? Ma non era che la Giustizia deve poter fare il proprio corso ed è un bene essere indagati così si ha la possibilità di dimostrare la propria innocenza? O La giustizia deve poter fare il proprio corso solo quando l’indagato è il Premier? E mi scusi, sig. Bersani, ma lei che è l’apostolo della presunzione di innocenza, perché ora si agita tanto? Se si limitasse a pensare che i suoi due accoliti sono presuntivamente innocenti, perché si fascia la testa prima di essersela sfasciata? Che cosa ci nasconde? Ecco sig.r Ministro della Giustizia, tornando a noi, vede con che tipo di individui lei si troverà alle prese nel Suo lodevole intento di dialogare con tutti per riportare serenità e trasparenza nel Paese, convogliando tutto ciò che riguarda la Giustizia nell’alveo che gli compete? Ci vorrà tanta abilità ed infinita pazienza a dialogare con gente di questa modestia culturale, opportunista e sfascista, che ieri sbraitava contro il “processo breve” ed oggi fa le barricate contro il “processo lungo”.  Che pesci si possono prendere con questi? Io sono convinta della Sua  buona volontà, molto meno di quella degli altri, almeno di “certi altri”. Però mi viene in mente Yitzhak Rabin, primo ministro di Israele e Premio Nobel per la Pace, quando nel corso di una conferenza stampa sulle prospettive di dialogo con la Palestina, alla domanda di come avrebbe fatto a stringere la mano di Arafat, lorda del sangue di centinaia e centinaia di innocenti vittime civili in attentati nei mercati, nei ritrovi pubblici, sui mezzi di trasporto, di tanti soldati e giovanissimi studenti israeliani, rispose: “Signori, purtroppo la pace è quella cosa che si fa col vostro peggior nemico, non con gli amici…” Allora sono fiduciosa, ma mi raccomando sig.r Ministro, stia attento! E prima di lasciarLa, volevo esprimere un’ultima considerazione. Noi tutti ci auguriamo che finalmente i veri delinquenti vengano messi in prigione, e che poi scontino effettivamente la pena. Ma le carceri sono affollatissime, ed i luoghi di pena divengono dei posti disumani dove il recupero diviene una pia chimera, ed anzi gli animi vieppiù si incattiviscono e si abbrutiscono, e spesso quelli che escono son più cattivi e pericolosi di quando erano entrati. Allora mettiamoceli in galera, ma nel rispetto della dignità umana, e magari facciamoli pure lavorare dentro, se non altro per mandare un sussidio a casa alle loro famiglie e contribuire a sostenere i costi di carcerazione che pare si aggirino sui 600 € al giorno per detenuto. Riassumendo: scontro politica-magistratura, attuazione del referendum, carcere sicuro, in tutti i sensi. Questo ci aspettiamo da Lei. Nel momento del commiato, sig. Ministro, Le auguro buon lavoro, di tutto cuore. Caelsius

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